CAPITOLO 2 – Tecniche energetiche e approcci

“Ciò a cui opponi resistenza persiste.
Ciò che accetti può essere cambiato.”
Carl Gustav Jung

“Tecnica” deriva dal greco τέχνη, téchne, ovvero arte, perizia, saper
fare. Una tecnica implica una strategia per raggiungere degli
obiettivi, è quindi sia arte (capacità creativa, perizia) sia pensiero
strategico. La fortuna della maggior parte degli esseri umani è
che possono usufruire di tecniche sviluppate da altri, elaborate e
sistematizzate, pronte all’uso. Quello che resta da fare è semplicemente
riconoscere i propri obiettivi, apprendere le tecniche e,
non meno importante, applicarle.
In questo capitolo abbiamo deciso di esporre quelle a noi più care
e che utilizziamo maggiormente per noi stessi e nel coaching.
Sono le strategie che ti guideranno in questo percorso.

Le tecniche energetiche

Sotto questo nome rientrano tutti quei metodi volti a stimolare il
movimento energia dell’essere umano per favorirne l’equilibrio
psicofisico. Qui parleremo di due in particolare: SET ed EFT-I
(EFT Integrata), e TAI.

SET ed EFT-I
Iniziamo dal metodo più semplice: SET (Simple Energy Techniques,
ovvero Tecniche Energetiche Semplici).
SET è una tecnica sviluppata dagli australiani dottor David
Lake e Steve Wells sulle basi della più nota EFT. Essa prevede
la stimolazione di una serie di punti sul corpo mentre l’attenzione
è focalizzata sul fattore di disturbo (pensiero negativo,
ricordo, paura, sensazione fisica sgradevole ecc.) Questi punti
sono zone cutanee che permettono l’accesso al sistema dei
meridiani, utilizzato nella Medicina Tradizionale Cinese per favorire
l’equilibrio dell’energia vitale Chi. La loro stimolazione
(mediante tapping, massaggio o leggera pressione delle dita)
permette un rapido cambiamento sia dello stato psicofisico,
sia dell’orizzonte emotivo del praticante. Inoltre SET, come
tutte le tecniche energetiche, non necessita di un approccio
fideistico per agire: anche i più scettici (ad esempio, chi non
crede all’esistenza dei meridiani) possono beneficiarne.
EFT (Emotional Freedom Techniques, ovvero Tecniche di Libertà
Emotiva) è un metodo di auto-aiuto sviluppato nel 1995 da
Gary Craig (USA). Nel 2013 è nata EFT-I (EFT Integrata) che si
basa sulla stimolazione del sistema dei meridiani, esattamente
come in SET, accompagnata dall’enunciazione di una o più frasi
per focalizzare meglio la problematica e per favorirne lo scioglimento.
L’attivazione dei punti unita all’enunciazione delle frasi
la rende una tecnica di estrema efficacia, che puoi utilizzare
come potente strumento per guidare la tua vita.
SET ed EFT-I hanno in comune gli stessi punti, per cui non serve
essere esperti di Medicina Tradizionale Cinese per praticarle.
Basta studiare la mappa nella Figura 8 a pag. 167 e mettere in
pratica le informazioni in essa contenute.
EFT-I prevede la stimolazione dei punti unitamente alla formulazione
di frasi atte a focalizzare la consapevolezza di chi le pronuncia.
Queste parole, espresse ad alta voce o nella mente, ti
permettono di ampliare la consapevolezza della tematica che
stai affrontando, facilitandone la trasformazione.
EFT-I è in continua evoluzione e le ultime ricerche sono esposte
nel sito ufficiale: www.eft-italia.it

TAI
Anni di esperienza con le tecniche energetiche hanno portato
alla messa a punto di TAI (Tecniche di Alchimia Interiore), il cui
approccio si avvale di un metodo come EFT, ma con un criterio
sostanzialmente diverso. Oltre al sistema dei meridiani, l’essere
umano è dotato di tre centri principali chiamati dantian in cinese,
di cui abbiamo già parlato nel Capitolo 1 e che rappresentano
i magazzini di energia vitale oltre che le “fornaci alchemiche”
nelle quali essa viene elaborata. Le arti marziali fanno ampio uso
di questa energia che, secondo le tradizioni taoiste, può essere
utilizzata per guarire, per combattere e per aumentare la consapevolezza.
Come abbiamo visto nell’integrazione tricerebrale, il
solo fatto di focalizzarsi su queste aree corporee favorisce benessere
ed equilibrio. Partendo dalla conoscenza di questi centri e
dall’efficacia del potere dell’intenzione, Andrea ha elaborato una
metodica chiamata TAI, che consiste nell’applicare un’intenzione
focalizzata mediante l’enunciazione di frasi specifiche, che aiutano
nella trasformazione di due aspetti primari che sono fonte di
sofferenza: la stagnazione dell’energia e l’attaccamento.
Quando un essere umano vive qualcosa che non riesce a comprendere
pienamente, una parte della sua energia vitale si cristallizza
nella rappresentazione di ciò che ha vissuto o immaginato. Questa
energia rimane impressa, congelata, nelle rappresentazioni dello
spazio e del tempo che l’hanno vista manifestarsi. Per questo
motivo, una volta individuata una situazione che genera disagio
(ricordo, fantasia, credenza, simbolo), mentre si porta l’attenzione
sui tre centri uno dopo l’altro, si pronuncia questa frase: “Libero
l’energia trattenuta in questa… [scena, fantasia, credenza ecc.].”
A ciò dovrà seguire un tempo di elaborazione, sempre focalizzato
sull’attivazione del centro.
La frase presumibilmente innescherà rilassamento e distacco
dalla fonte di stress.
Quindi andranno pronunciate le seguenti parole: “Lascio andare
tutti i miei attaccamenti a… [scena, fantasia, credenza ecc.].”
Anche qui serve un po’ di tempo per l’elaborazione, così da permettere
all’intenzione enunciata di manifestarsi.
Rispetto a Logosintesi, un metodo di crescita e cambiamento ideato
dallo psicologo e psicoterapeuta olandese Willem Lammers che si
basa sempre sul potere trasformativo delle parole, TAI non distingue
tra energia propria e altrui. Laddove è cristallizzata, l’energia vitale
non scorre e ciò che davvero conta è riportarla nel flusso. Al resto,
ovvero alla sua collocazione, ci pensa in automatico il sistema. In TAI
abbiamo anche un importante elemento: il non-attaccamento. Byron
Katie dice che “un pensiero è innocuo fino a quando non ci crediamo.
Non sono i nostri pensieri, ma l’attaccamento a essi a generare
sofferenza”. Come ha ben intuito Steve Wells, lasciar andare l’attaccamento
è fondamentale. Per questo TAI unisce il concetto di libera
zione dell’energia alla pratica del non-attaccamento, il tutto eseguito
tramite la combinazione di intenzione, parole e attivazione corporea.

La Programmazione Neuro Linguistica

La Programmazione Neuro Linguistica (PNL), in inglese Neuro-
Linguistic Programming (NLP), è un insieme di strategie volte
allo sviluppo personale. È un modello di comunicazione che offre
strumenti efficaci e sistematici che possono essere applicati in
qualsiasi interazione umana per migliorarla.
Nasce negli anni Settanta da Richard Bandler e John Grinder, i
quali hanno studiato, codificato e modellato le strategie dei più
grandi terapeuti di quei tempi, ricavandone un potente e versatile
metodo che oggi è applicato ai campi più disparati: da quello
medico a quello psicoterapeutico, dalla pubblicità alla formazione
del personale, dallo sport all’insegnamento.
La Programmazione Neuro Linguistica nasce quindi dall’osservazione
e dal modellamento delle strategie vincenti di abili terapeuti,
capaci di produrre cambiamenti in modo efficace e costante.

Storia della PNL

Anni Settanta: fondazione e primo sviluppo della PNL
La PNL fu fondata e sviluppata dallo psicologo Richard Bandler
e dal linguista John Grinder presso l’Università della California, a
Santa Cruz, tra gli anni Sessanta e Settanta.
Fu preso come riferimento iniziale l’antropologo Gregory Bateson,
in particolare per le sue idee sul modellamento umano e
sul concetto di mappa e territorio. “La mappa non è il territorio”,
uno dei principi cardine della PNL, significa che così come
la mappa di una città non coincide con il territorio vero e proprio,
allo stesso modo la nostra mappa personale che usiamo
per interagire con il mondo non equivale alla realtà stessa, ma
ne è solo una rappresentazione filtrata e soggettiva.
Dal 1972 i due studiosi californiani s’interessarono alle eccezionali
capacità comunicative del terapeuta di scuola Gestalt Fritz Perls,
della terapeuta della famiglia Virginia Satir e del presidente fondatore
della Società Americana di Ipnosi Clinica, Milton H. Erickson.
Studiarono anche la teoria del linguaggio del corpo e della comunicazione
non verbale, soprattutto gli indicatori oculari.
Il risultato del modellamento di questi tre grandi terapeuti fu la
pubblicazione di due libri importanti: La struttura della Magia
(1975) e I Modelli di Milton H. Erickson (1976-1977).
Alla fine degli anni Settanta Leslie Cameron-Bandler, Judith De-
Lozier, Robert Dilts e David Gordon lavorarono sia con i cofondatori
che separatamente per contribuire allo sviluppo della PNL.

Anni Ottanta: nuovi sviluppi e valutazione scientifica
Negli anni Ottanta, poco dopo la pubblicazione di La Programmazione
Neurolinguistica, vol. I in collaborazione con Robert
Dilts e Judith DeLozier, Grinder e Bandler si ritirarono. Sorsero
diversi conflitti e cause legali per la proprietà intellettuale delle
teorie, e la PNL cominciò a essere sviluppata da diverse persone.
Sempre in quegli anni John Grinder e Judith DeLozier collaborarono
allo sviluppo di una forma di PNL chiamata il Nuovo
Codice della PNL, che tentava di ripristinare un approccio
sistemico alla totalità mente-corpo. Anche Richard Bandler
pubblicò nuovi processi con sottomodalità e ipnosi ericksoniana
in Usare il cervello per cambiare (1984).
Negli anni Ottanta un giovane promettente, Anthony Robbins,
partecipò ai corsi di PNL, capendo l’importanza e la straordinarietà
della metodica. All’età di 24 anni scrisse il libro Come ottenere
il meglio da sé e dagli altri, divenuto un best seller mondiale
divulgando la PNL al grande pubblico.
Altri studenti e professionisti di PNL elaborarono, definirono e
svilupparono le loro integrazioni: Michael Hall propose una PNL
focalizzata sui cosiddetti “meta-stati”: una condizione in cui si
cambia posizione percettiva e si osserva il sé da una prospettiva
più ampia tramite la coscienza auto-riflessiva.
Tad James sviluppò una tecnica terapeutica basata sulla linea
del tempo (timeline) attraverso la quale le persone visualizzano
e creano fisicamente la linea del tempo della loro vita o tratti di
essa, per poi alterarla e migliorarla.
Ulteriori contributi alla PNL vennero da Judith DeLozier e Connirae
e Steve Andreas. Date le numerose collaborazioni e le persone
coinvolte, non esisteva un modello definito e univoco di PNL.
Richard Bandler diventò il punto di riferimento a livello mondiale
dei corsi di specializzazione in PNL aperti al pubblico. John Grinder
si ritirò dalla carriera accademica per dedicarsi prevalentemente
alla formazione in grandi aziende e organizzazioni. Dilts si
trasferì presso l’Università di Santa Cruz.

Concetti fondamentali di PNL

Bandler sostiene non solo che gli esseri umani siano letteralmente
programmabili, ma che siano anche la sola “macchina”
autoprogrammabile.
Attraverso il linguaggio, le convinzioni e la fisiologia, l’individuo
crea rappresentazioni del mondo con determinate caratteristi34
che qualitative e quantitative. Modificando i significati attraverso
una trasformazione della struttura percettiva del proprio universo
simbolico di riferimento, la persona può intraprendere cambiamenti
di atteggiamento e comportamento. La percezione del
mondo, e di conseguenza la risposta a esso, può essere modificata
applicando opportune strategie di miglioramento.
La PNL promuove l’obiettivo di sviluppare abitudini/reazioni
di successo, amplificando i comportamenti positivi e diminuendo
quelli limitanti, che implicano blocchi e traumi, con
conseguenti battute di arresto.
Il cambiamento può avvenire anche modellando i comportamenti
delle persone con atteggiamenti funzionali al risultato allo
scopo di creare un nuovo “strato” di esperienza, attraverso una
tecnica chiamata “modellamento”, ossia la capacità di rilevare e
riprodurre modelli comportamentali.

Il modellamento
Può essere di due tipi: intuitivo o analitico.
Il modellamento intuitivo è un’imitazione inconsapevole degli
schemi di comportamento di un modello: questo processo avverrebbe
nella relazione tra bambino e genitori, i quali sono imitati
e presi ad esempio in modo automatico e inconsapevole.
Il modellamento analitico invece prevede una meticolosa
raccolta d’informazioni relative alla strategia messa in atto
dalla persona per ottenere un certo risultato. Tramite l’ascolto
di racconti ed esperienze, si estrapolano i meccanismi
chiave dell’abilità desiderata, replicandoli.
L’assunto di base si fonda sul fatto che gli esseri umani possiedono
già tutte le risorse di cui hanno bisogno, ma spesso queste ri35
sorse non sono sviluppate o conosciute. Da qui nasce l’obiettivo
di aiutare a esplorare la propria “mappa del mondo”, attraverso
domande specifiche per stimolare il processo.
L’analisi dei diversi punti di vista di un problema viene usata per
definire ed eliminare convinzioni ritenute limitanti, agendo sul
benessere della persona.
Si può quindi dire che il modellamento è un sistema di comunicazione
tra individui che mette in relazione gli schemi di comportamento
di successo con le esperienze soggettive, in particolare
gli schemi di pensiero. L’obiettivo è quello di modificare gli
schemi di comportamento mentali ed emozionali che provocano
l’autosabotaggio.

Le due anime della PNL

Il ventennio di studi sulla PNL, ha portato allo sviluppo di un modello
capace di agire nel “profondo” sulle strutture percettive e cognitive
della mente umana, attraverso l’uso di un linguaggio emozionale
che ne stimola le dinamiche. Gli schemi di comportamento possono
essere modificati operando in modo pragmatico. Per questo
motivo le applicazioni della PNL spaziano sempre di più in nuovi
campi: dalla psicoterapia alla comunicazione efficace, dall’apprendimento
rapido alla comunicazione, dalla vendita al business, dalla
leadership alle prestazioni sportive, dal benessere alla salute.
Essendo basata sul principio del “modellamento” di persone
eccellenti, la PNL è sempre in evoluzione, offrendo esempi, risorse
e tecniche utilizzabili da chiunque voglia avanzare e migliorare
in ogni attività umana.
Essa può essere considerata arte e tecnologia del cambiamento e si
definisce come lo “studio dell’esperienza soggettiva”. Con quest’ac36
cezione s’intende che ogni esperienza e  filtrata dall’interpretazione
che una persona attribuisce agli eventi: il compito della PNL e  studiarne
le parti essenziali che danno significato all’esperienza.
Nella PNL risiedono principalmente due anime: una rivolta alla
parte più psicologica, l’altra collegata alla comunicazione e quindi
allo sviluppo delle abilita  personali.
L’anima “psicologica” si sviluppa attraverso il rapport (rapporto
o relazione), il metamodello linguistico, le tecniche di
cambiamento quali l’intervento sulle fobie, la soluzione delle
paure, il superamento dell’ansia, la ricerca di nuove risorse, la
ristrutturazione delle convinzioni limitanti e tanto altro.
L’anima relativa alla comunicazione ha come obiettivo lo sviluppo
di una comunicazione eccellente, per migliorare se
stessi, la vita professionale e il rapporto con gli altri. Utilizza
tecniche di rapport, la negoziazione legata agli affari, lo sviluppo
delle abilita  linguistiche, il miglioramento delle prestazioni
professionali, la crescita della motivazione, l’allineamento
degli obiettivi con i valori e molto altro.
Il nome PNL deriva dal presupposto che ci sia una connessione
fra i processi neurologici (“neuro”), il linguaggio (“linguistica”) e
gli schemi comportamentali appresi attraverso l’esperienza e i
vissuti (“programmazione”).
Tali schemi possono essere riorganizzati in modo funzionale e
strategico, attraverso l’utilizzo di diverse metodiche, per raggiungere
specifici obiettivi e per rimuovere blocchi del passato,
aumentando così la consapevolezza di sé e delle proprie risorse.
La PNL è lo studio, attraverso il linguaggio verbale e non verbale, di
come l’essere umano “filtri” con griglie percettive (sistemi rappresentazionali,
submodalità, metaprogrammi) e cognitive (credenze,
valori, criteri) le informazioni che provengono dall’ambiente esterno
o interno, di come le organizzi in schemi coerenti e standardizzati di
comportamento per la realizzazione di un obiettivo.
Utilizzando una metafora, è come estrapolare il segreto di una
ricetta: quali e quanti ingredienti sono stati utilizzati, in che dosi,
con quale ordine e tempo di cottura.

Le tre componenti della PNL

Entrando più nello specifico, il nome Programmazione Neuro
Linguistica racchiude tre componenti:
1. Programmazione: la capacità d’influire su una gamma predefinita
di comportamenti (programmi o schemi), che funzionano
in modo inconsapevole e automatico. Esistono infatti sequenze
ordinate, e non casuali, di determinati processi neurologici
che hanno come esito uno specifico comportamento.
2. Neuro: i processi neurologici sono alla base di ogni comportamento
umano; il sistema nervoso riceve gli stimoli dagli organi
di senso e li rielabora poi in percezioni e rappresentazioni.
3. Linguistica: i processi mentali umani sono codificati, organizzati
e trasformati attraverso il linguaggio. Vengono tradotti e
rappresentati da un codice linguistico e, proprio attraverso di
esso, sono in una certa misura inferibili.
Il linguaggio verbale (le parole), paraverbale (tono, volume, ritmo
ecc.) e non-verbale (i gesti e la postura), influiscono sul cervello
e permettono d’imparare a gestire i propri stati d’animo,
modificare comportamenti poco ecologici, comunicare meglio.
Viviamo esperienze e siamo immersi in un mondo d’infiniti stimoli
che siamo abituati a catalogare come buoni o cattivi, giusti
o sbagliati. Siamo convinti che sia la realtà esterna a condizionare
costantemente gli stati interni, le emozioni, i pensieri. Spesso
non ci rendiamo conto che il processo è esattamente l’inverso,
perché è la realtà interna che modella, filtra e co-crea le situazioni
esterne, attribuendo loro diversi significati.
Apprendere gli strumenti offerti dalla PNL permette di riconoscere
le strategie utilizzate agendo su di esse in maniera mirata ed
efficace, potenziando le abilità e migliorando le esperienze di vita.
Nei prossimi capitoli troverai diversi esercizi per imparare a beneficiare
di questi straordinari metodi.

“M’illumino d’immenso.”
Giuseppe Ungaretti